Dirselo
“Bisogna sapere che nel Paese dei Barbagianni c’è un campo benedetto, chiamato da tutti il Campo dei miracoli. Tu fai in questo campo una piccola buca e ci metti dentro, per esempio, uno zecchino d’oro. Poi ricopri la buca con un po’ di terra, l’annaffi con due secchie d’acqua di fontana, ci getti sopra una presa di sale, e la sera te ne vai tranquillamente a letto. Intanto, durante la notte, lo zecchino germoglia e fiorisce, e, la mattina dopo, di levata, tornando nel campo che cosa trovi? Trovi un bell’albero carico di tanti zecchini d’oro quanti chicchi di grano può avere una bella spiga” (C.Collodi, Le avventure di Pinocchio, cap. 18)
I recenti raid punitivi nelle degradate corrotte abbandonate dispari periferie romane (nei campi rom che non dovrebbero esistere secondo l’Ue e come sottoscritto dall’allora ministro dell’Interno Maroni nel 2012 e con un campo nuovo di zecca per poche persone costruito e gestito da un collaboratore dell’ex sindaco Alemanno) e per centri di accoglienza per i rifugiati (gestiti da sant’Egidio come spesso accade a Roma, il primo ente appaltatore delle miserie umane che rendono) avrebbero bisogno di parole giuste. La cronaca italiana di questi anni è prodiga di episodi più o meno gravi che recano un indubbio stigma razzista. La donna che si è inventata uno stupro da un nero, poi derubricato a molestie da parte di un romeno (comunque grave) è una roba intrisa di pregiudizi, e le persone che hanno partecipato al pogrom hanno agito al posto di istituzioni che ritengono inefficaci. Sono episodi gravi, ancora più pericolosi in un periodo di dura crisi che nutre rancori, invidie, tabù. La timidezza nel denunciare a piena gola il razzismo montante, fare finta di non vedere che certi episodi sono pane e companatico per l’affermazione di leader alla testa di squadracce, è una forma di complicità (e grazie agli abitanti dell’Infernetto che non sono andati al corteo fatto nel loro quartiere da casa Pound e da Borghezio). Non è un segno d’amore negare che il nostro Paese ha coperto e approvato secoli di antigiudaismo cattolico, ha praticato un colonialismo feroce e predatorio, e, negli ultimi decenni, ha emanato leggi e circolari discriminatorie e meschine nei confronti dei migranti. Nessuno di noi ama sentirsi dire che è razzista, ma se ci facessimo un breve e sincero esame, ci renderemmo conto di quante preclusioni abbiamo. Soprattutto nei confronti degli zingari rom nomadi sinti, (lo 0,3% in Italia) anche se è caricaturale sforzarsi di usare la definizione giusta per citarli quando da destra a sinistra si pensa che siano un popolo di ladri. Nei loro confronti è viva una forma di razzismo etnico: è ovvio che ci sono zingari onestissimi, ma a nessuno frega niente, i rom sono un problema sociale che va estirpato, non meritano né un futuro né hanno diritto a poter sperare in una vita alternativa per sé e i loro figli, e infatti li mettono nei campi e la nostra classe dominante non si prende neanche la briga di richiedere i fondi a loro destinati dalla Ue come hanno fatto in Spagna Francia Germania dove per l’appunto non esistono campi ma case. I nazisti sterminarono gli zingari e gli ebrei insieme, perché razze inferiori neanche buone per la sudditanza ma solo per la morte. Della Shoah gli ebrei hanno – con fatica e negazione dei più – testimoniato, del Porrajmos manca pure la memoria. Quelli tra di loro che ce l’hanno fatta, cercano di farlo dimenticare che appartengono a quell’etnia lì (dal calciatore al deputato all’attrice al ricco circense). Non ci porta nelle strade il fuoco che viene usato per mandarli via: per loro mai una parola, neanche da quei capipartito e capisindacato che non perdono una piazza. Anche la Chiesa cattolica (che lucra su miserie per mantenere lo status quo), che ha la superbia di affermare che protegge gli ultimi e che sulle etnie non ha mai scherzato, ripete, per silenzi reticenze e tardive prese di posizione, le pagine più schifose della sua storia: antisemitismo, pedofilia, complicità con le dittature, furto. E un papa chiacchierino non fa primavera! I media di regime, come sempre volenterosi carnefici, non risparmiano caratteri cubitali: importanti giornali (e giornalisti) avallano che se a Roma l’Atac non funziona e le strade sono lerce e i conti sono rossi è perché spendiamo per gli zingari (che sono e restano sempre lo 0,3% in Italia). E ancora, cosa è la faccia feroce ostentata dal risibile Alfano (che ha battuto i pugni in Europa per non restare dietro a Meloni e Salvini) ai giovani nordafricani che sbarcano in massa sulle nostre coste per poi andare oltre? Eppure l’Italia potrebbe esibire un volto gentile a quei giovani disperati, esaminare le posizioni di ognuno, accogliere gli aventi diritto e rimpatriare gli altri, mostrando un paese accogliente ma rispettoso delle leggi, mentre si preferisce gridare all’invasore e farsi invadere per insipienza legislativa.
E’ meglio abbandonare il mito degli italiani brava gente. E l’unica strada è riconoscere quanto sbagliamo quando giudichiamo e parliamo con superficialità e ignorando la compassione. Non dirsi le cose sgradevoli ci porta nel baratro. Pubblico e privato.
A voi,
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http://www.huffingtonpost.it/2014/11/26/matteo-salvini-leader-lega_n_6223940.html
http://www.uaar.it/news/2014/11/27/bbc-parla-debaptism-italia-sbattezzo/
http://www.avantionline.it/2014/11/lautunno-di-nichi/#.VHg3FDGG91Y