Tiziana Ficacci

LibereLaiche

Mese: settembre, 2016

I giorni terribili…

auguri

I dieci giorni che vanno dall’1 al 10 del mese di Tishrì sono noti come i giorni terribili, dedicati al pentimento (teshuvà), giorni in cui nessuno sa cosa accadrà nel futuro, perciò fiduciosi scettici e dubbiosi, cominciano l’anno con pensosi esami di coscienza chiedendo perdono e perdonando, saldando debiti economici e morali.

Dieci giorni caratterizzati dall’introspezione e dal tentativo di ripristinare l’armonia tra l’uomo e i suoi simili. Nei primi due giorni del mese, il capodanno (Rosh ha Shanà, quest’anno il 2 e il 3 ottobre) si ricorda l’inizio del mondo, secondo la tradizione ebraica l’atto creativo di D-o. Rituale della ricorrenza è la cena durante la quale si benedicono i frutti della terra (porro zucca…) e dell’aria (dattero, melograno…) che rimandano alla natura nomade del popolo ebraico, oltre all’uso di cibi zuccherini, mele intinte nel miele ad esempio, per augurare e augurarsi un anno dolcissimo L’apice del periodo penitenziale si ha il 10 di Tishrì con il digiuno di yom Kippur (giorno dell’espiazione quest’anno dal tramonto dell’11 al 12 ottobre).

Per chiedere perdono a D-o  e forse ottenerlo, è però necessaria prima la riconciliazione con i propri simili ai quali spesso abbiamo mancato di rispetto. Il digiuno ha la funzione di rendere l’animo dispiaciuto per gli errori commessi e per convincerci a non ricadere nell’errore.

La giornata trascorsa nel raccoglimento e nella riflessione, per i più pii tutto il giorno in sinagoga, si conclude per la gran parte degli ebrei al tempio. Infatti anche il cuore più indurito trema al richiamo dello shofar,  il corno d’ariete dai suoni cupi e penetranti, il corno dell’animale che fu sacrificato da Abramo al posto del figlio Isacco, eliminando per la prima volta i sacrifici umani dalla storia dell’umanità.

Sentendo quel suono anche lo scettico e il dubbioso cerca riparo sotto il talled (scialle di preghiera) ospitale degli anziani per la beracah (benedizione), viatico indispensabile per il nuovo anno.

Dieci giorni terribili di cui l’ultimo passato con lo stomaco vuoto, hanno bisogno di un caldo conforto: un caffè con gli amici e i parenti ritrovati e, a Roma almeno, il tradizionale brodo di pollo e manzo bollito con sedano e sughino roseo, con la fiducia che anche l’anno che inizia lo sia.

Shana Tovah u’metukah (buono e dolce anno nuovo), a tutti, perché un augurio in più è un dono prezioso e fa sempre comodo.  (tf)

 

http://www.italialaica.it/gocce/53538

 

 

Polonia/Europa

La Polonia ritorna al medioevo. Il Parlamento vuole approvare una legge vergognosa

Il Parlamento polacco, guidato da una maggioranza di destra, sta per approvare una legge che punisce l’aborto: ora le donne in Polonia rischiano 5 anni di prigione. Anni di battaglie e di conquiste spazzate via in un solo colpo. Si tratta di un ritorno al passato spaventoso, non solo per le donne polacche che si vedono private dei diritti sul proprio corpo, ma di un passo indietro per tutti noi. Noi socialisti da sempre impegnati nelle battaglie per i diritti civili e sociali non possiamo restare in silenzio.

Vestite di nero, migliaia di donne stanno manifestando in questi giorni in diverse città del Paese per fermare il progetto di legge che vieterebbe l’aborto anche in caso di stupro o di gravi malformazione del feto e che è in discussione in Parlamento da giovedì scorso. Per ottenere visibilità in tutto il mondo la protesta sta diffondendosi sui social media con l’hashtag #Blackprotest / #Czarnyprotest, https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=1069185066513276&id=571659212932533 

Infine è partita anche una petizione al Parlamento Europeo “Stop the torture of Polish women”:
https://secure.avaaz.org/…/Chairman_of_the_Petitions_Comm…/…

 

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Comunque la si pensi

Di seguito il discorso integrale del  premier Benjamin Netanyahu alle Nazioni Unite. Apprezzato in tutto il Paese, anche dai suoi oppositori.  Uniti, come le dita di una mano, perché quando si vive su un’isola bisogna farsi amico il mare. Sarebbe utile che anche il nostro Paese facesse lo sforzo di intelligenza di mediare, non cercare il compromesso ma mediare. Fuori dalla mediazione c’è solo il pericoloso fanatismo. Io penso così. In fondo trovate la petizione appello di intellettuali militari cittadini comuni che chiedono la fine delle occupazioni presentata al Primo ministro. 

 

“Signor Presidente, Signore e Signori,

Chissachilosa (il psi e l’articolo 7)

giancarlino benedetti corcos

Giancarlino Benedetti Corcos

Carissimi pochi ma selezionati e attenti lettori, 

quanti che andranno a votare per il mitico referendum costituzionale conoscono veramente la Costituzione? E diciamola la verità, la maggioranza non conosce perfino i primi.  Per dire, il 3?, l’11?, l’1?…  Qui raccontiamo il genesi del famigerato 7 raccontato da chi c’era, mio padre .. 

Tra le questioni politiche di cui il PSI di Pietro Nenni e i suoi eredi possono andare giustamente orgogliosi c’è, senza dubbio, il “no” perentorio all’approvazione dell’articolo 7 della Costituzione, quello che regola i rapporti tra Stato e Chiesa.

Il voto contrario e convintissimo dei socialisti fu espresso alle ore 2 del 25 marzo 1947 in sede di Assemblea Costituente.

Purtroppo il contestatissimo ex articolo 5, poi trasformato in 7, passò per il voto favorevole di 350 costituenti contro 149. A favore 201 democristiani di De Gasperi, 95 comunisti di Togliatti e 54 tra qualunquisti di Giannini, liberali e isolati.

La grande sorpresa (ma non per Nenni) fu il voto favorevole dei comunisti che Togliatti tentò di giustificare in un discorso di logica formale associato a un’assenza totale di comprensione storica del problema. Prima del suo intervento avevano parlato De Gasperi, a favore, e Nenni, contro. Un’altra sorpresa di quella notte furono i voti favorevoli di Nitti, Orlando, Bonomi e Sforza. Senza l’apporto dei comunisti, i cattolici avrebbero vinto con soli 5 voti di maggioranza e, per dirla con Nenni, «sarebbe stato meglio così».

Sul dibattito pesarono due ricatti: quello di De Gasperi, sulla solidità della Repubblica, e quello dell’Osservatore Romano – e dunque del Vaticano – sulla pace religiosa e la riapertura della questione romana. Questo lo scambio di battute fra Nenni e Togliatti:

Nenni: «Abbiamo capito. Voi volete la lotta su questo terreno mentre noi la vogliamo sul terreno sociale».
Togliatti: «De Gasperi ci dichiara guerra. Nenni non l’accetta ed è vero che per fare la guerra bisogna essere in due. Ma per dichiararla basta uno solo. Per togliervi il pretesto di dichiararci la guerra, votiamo con voi l’articolo 7».

Il più puro cinismo, nelle parole del capo del PCI, applicato alla politica; la svolta di Salerno che continua, applicata stavolta alla Chiesa e ai cattolici. Togliatti pensava così di salvaguardare dieci, venti anni di collaborazione con la Democrazia Cristiana.

«Mi sembra un calcolo sbagliato da cima a fondo», osserva Nenni, in tempi di guerra fredda (Diari 1943-1956). «Sono lieto di avere votato “no”».

La Democrazia Cristiana incassò, non ringraziò, e cacciò Togliatti dal governo pochi mesi dopo.

Dopo l’Italia in camicia nera, l’Italia in sottana nera.

https://www.uaar.it/uaar/documenti/137.html/

Rispetto per chi sceglie,

Piccola anima, smarrita e soave, compagna e ospite del corpo, ora t’appresti a scendere nei luoghi incolori, ardui e spogli, ove non avrai più gli svaghi consueti. Un istante ancora, guardiamo insieme le rive familiari, le cose che certamente non vedremo mai più… Cerchiamo d’entrare nella morte a occhi aperti… (Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano)

e

Nessuno di noi è preparato alla morte di una persona cara, forse nessun padre nessun fidanzato nessun amico ci chiederà adesso è arrivato il momento in cui tu…, ma lo sappiamo che confidano in noi – nell’amore affetto amicizia che per tutta una vita gli abbiamo riservato – lo sappiamo che arriverà quel momento. E non possiamo tirarci indietro, essere egoisti, anche se ci vuole un coraggio e una generosità inimmaginabile per lasciare andare via chi amiamo… ecco, vorremmo che non ci venisse proibita almeno la stessa compassione che riserviamo ai cani. E che venisse rispettata la nostra privatezza e quella dei nostri amati, senza imporre dolori inutili e inutili umiliazioni. Anche chi confida in D-o, e i vescovi cattivi lo sanno, è consapevole che alcune vite vengono prese troppo presto e altre troppo tardi.

Perché non  avere fiducia nel senso di responsabilità delle persone? Si può decidere di interrompere cure sofisticate e nello stesso tempo considerare sacra la vita.  In Italia oggi si abusa della  condizione di debolezza del malato, per imporgli una volontà di vita che egli potrebbe schivare senza problemi se fosse sano. La questione è delicatissima perché riguarda il passaggio tra la vita e la morte, e poco importa se si è religiosi o no, perché sia nella Costituzione della Repubblica che nel libro del Genesi la libertà della persona viene al primo posto.

Lo Stato che poco si occupa della buona vita e delle buone cure dei cittadini – invece di riscattarsi davanti al potere religioso cattolico licenziando attraverso parlamentari ottusi leggi oscurantiste come usualmente accade, e che agiscono così non perché hanno una scala valoriale più alta dei cittadini comuni ma perché ignorano che la democrazia è importante – ascolti noi.  Servirebbe una legge con un paio di punti che stabiliscano che amici e parenti dei malati non vengano arrestati se…

Nel mondo normale i malati parlano con i loro amici e familiari e chiedono un consiglio al medico, che non parla dei dogmi della religione, ma spiega come ammorbidire i dolori della fine. Come aggirare legalmente e gratuitamente il medico della asl che è vincolato a bolli e registri e non può prescrivere più di due fialette di morfina, come evitare nel momento più estremo bentelan in vena e cateteri per non allungare artificiosamente e affannosamente la vita al morente già entrato in coma. Ha timore però di dire che c’è anche la possibilità di chiudere prima, anche se… Ma, soprattutto,  non esiste un gruppo pro e uno contro l’eutanasia. Piuttosto c’è  chi vorrebbe una scelta e chi non vuole concederla.

Chi oggi desidera di poter morire e chi no, non sono sullo stesso piano . Tiziana Ficacci 

 

Oro alla Patria! (bis)

foto ilgrande

La insulsa campagna fertility day, ampiamente annunciata dalla ministra (la prima volta nel giugno dello scorso anno) , costata soldi ai contribuenti, è stata ritirata. Purtroppo la ministra di provenienza di destra quelle idee balorde su patria e famiglia ha. E qualsiasi cosa si pensi del governo in carica non è ammissibile che il primo ministro che la mattina si sveglia dia un colpo di piccone.

Ma le proteste delle donne hanno dimostrato ancora una volta che sul nostro corpo non vogliamo intromissioni. Su nessun argomento compresa la gestazione per altri (GPA).  Tema complesso, che favorisce lo sfruttamento di donne in alcune aree del mondo (come del resto i trapianti)  ma che non può dare la stura a campagne proibizioniste e volgari, spesso sostenute da giornaliste e scrittrici che rivendicano il loro femminismo. Che come è noto è stato (è stato) un movimento articolato che non ha mai giudicato le scelte delle donne, semmai favoriva la possibilità di scegliere liberamente.

Concludo dicendo che la demorazza non portò bene nemmeno al suo inventore che non vide significativi aumenti nel numero di figli. E alla ministra consiglio di non inventarsi giornate nuove, le Nazioni Unite hanno un giorno dedicato alla popolazione e alla salute delle donne che è l 11 luglio.

Oro alla Patria!

Come per Lavinia e Francesco…